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VALORE ARTISTICO DELLA PALA DELL'ALTARE MAGGIORE DI SANTA MARIA DI ORSOLEO

La PALA dell'altare maggiore del Convento dei Minori Osservanti di Santa Maria di Orsoleo è stata dipinta nel 1580 da Antonimo Stabile, un pittore lucano dell'età della Controriforma, che tenne insieme al fratello Costantino bottega attiva a Potenza fin dal 1566 (ciò viene affermato dal testo "Arte in Basilicata"), e da Antonietta Miraglia, che ha condotto sull'analisi dei dipinti di Antonio Stabile la sua tesi di laurea presso l'università La Sapienza di Roma nel 1989. Dai testi sopra citati e dall'esame delle opere lasciate viene ampiamente dimostrato che la Basilicata non è stata una regione oscura e vissuta ai margini della storia, e che gli artisti dell'ultimo cinquecento lucano come Stabile hanno avuto una loro identità ed una loro originalità anche se hanno tradotto in un linguaggio semplice ed immediato il messaggio controriformista del concilio di Trento (1530 - 1556) (in relazione all'ambiente e alla realtà popolare da cui sono partiti). Ad Antonio Stabile sono attribuiti circa 30 dipinti, per lo più pale di altari, alcuni datati e firmati, altri riconosciuti tali attraverso raffronti stilistici e formali. Lo stile del pittore lucano mette in evidenza che la sua caratteristica principale è quella di guardare a Raffaello e alle sue stampe diffuse e circolanti in quell'epoca e alle idee dominanti della Controriforma specie nei dipinti aventi per soggetto la Madonna e i Santi, come ad Orsoleo. Il tema della Madonna sta ad indicare la presenza di Maria nella vita; Maria ora venerata come madre di Gesù, ora come Ancella del Signore, ora come Sposa dello Spirito Santo al servizio del popolo e dei fedeli, fonte di Grazia, capace d'intercedere, insieme ai Santi, presso Dio.
Dagli anni '80 in poi le opere dello Stabile presentano affinità stilistiche attraverso l'atteggiamento della Madonna, lo sguardo del Figlio, il sorriso di San Giovannino, i lineamenti ben marcati ed allungati dei Santi. A questa frase è da ascrivere l'enorme PALA del Convento di Orsoleo in cui il pittore abbandona le forme espositive del polittico come a Tramutola, a Salandra e ad Oppido, con figure piuttosto statiche, scegliendo per soggetto una scena unica su tele in cui le figura laterali di "S. Antonio e Maria Maddalena" in atteggiamento di mistica e dolce malinconia con le loro figure allungate più isolati nei pannelli del polittico sembrano prendere parte al mistero della divinità. Anche l'Eterno Padre non dà più la sua benedizione dall'alto di una lunetta, come nella chiesa del Convento di Sant'Arcangelo, ma si inserisce nella scena con diversi Angeli che lo trasportano su una nube. Al centro del quadro la figura meditative e pensosa della Madonna rende magnificamente il tema della Grazia ottenuta da Dio mediante la Sua intercessione e quella dei Santi.
Questo momento mistico viene raggiunto dallo Stabile, come nel dipinto di Orsoleo, sia attraverso l'uso della luce, che assume tonalità diverse a seconda dove si posi, sia attraverso il colore che si espande in cromie che vanno dal rosa al violetto, sia attraverso le tinte quasi livide della carnagione dei soggetti sacri. E' da notare che la figura della Madonna e del Figlio della PALA di Orsoleo è del tutto simile a quella di Picerno e Tricarico. Ciò sta ad indicare che il tema della Grazia è una costante dei committenti francescani. Si tratta naturalmente di una costante stilistica ingenua e primitiva ma immediata ed attenta alla realtà popolare dei nostri ambienti.
Dopo il concilio di Trento, infatti, furono soprattutto i conventi dei francescani, come quello di Orsoleo dotato di biblioteca, farmacia, mulino, frantoio, a diventare punti di riferimento per le comunità locali e ad assumere un ruolo importante nell'opera di riforma spirituale non solo attraverso la liturgia e la predicazione ma anche attraverso la pittura. Pittura che viene considerata un veicolo capace di raggiungere immediatamente l'immaginazione del popolo ed educarlo verso la conoscenza delle sacre scritture, l'abbandono delle eresie, l'obbedienza a Dio.
In questo contesto l'artista diventa stimolo ad interpretare le immagini soprattutto attraverso la pala collocata sull'altare in diretto rapporto con i fedeli. Nel periodo successivo lo Stabile viaggia a Roma, Firenze, Venezia, conosce meglio i dipinti dei pittori italiani più affermati e si avvicina di più al manierismo cinquecentesco. In quest'ultima fase la sua pittura è caratterizzata dalla diffusione di immagini al fine di devozione, e dal panneggio dei soggetti sacri sempre più mosso e sempre più ornato, e dalla luce e dalle tonalità sempre più accese come nella Madonna delle Grazie in Santa Maria del Sepolcro a Potenza. La PALA dell'altare maggiore di Orsoleo depositata nel garage dell'edificio comunale è attualmente in restauro presso la Sovrintendenza di Matera.


Articolo pubblicato sul mensile lucano "La Voce della Comunità"
Pubblicazione autorizzata dall'autore

Autore: Giuseppe Cudemo

 

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